LA BOXE COME DIFESA PERSONALE

Di solito chi pratica il pugilato non lo fa pensando alla difesa personale ma alla pura attività sportiva. Questo è un discorso valido a tutti i livelli e per entrambi i sessi alla luce del fatto che negli ultimi anni la boxe è uno sport sempre più amato e praticato anche dal gentil sesso poiché conferisce un notevole grado di resistenza alla fatica ed un fisico asciutto e scolpito oltre ad una postura agile e scattante.

Chi si appassiona ‘visceralmente’ a questa disciplina principalmente lo fa perché diventa dipendente da quella sensazione di benessere che gli regala ogni allenamento, dovuta al movimento fisico, circuiti, ripetute al sacco, allenamenti tecnici e sparring. Endorfine e adrenalina che scorrono a fiumi. Insomma la boxe fa proprio bene, e questo è incontestabile. Ma c’è un secondo risvolto in questo ed in altri sport da combattimento, non meno trascurabile rispetto al benessere fisico. Il principio di autodifesa. Inutile dire che il 90% delle situazioni pericolose nella vita di tutti i giorni si superano con parole di buonsenso e ragionando con il prossimo, ma non sempre questo è possibile, e specialmente per quanto riguarda una donna, in ogni caso il miglior atteggiamento contro un malintenzionato è lasciar perdere e dove necessario darsi alla fuga, oggi come oggi non sai mai con chi hai a che fare. Tuttavia ci sono situazioni in cui occorre necessariamente essere in grado di affrontare il pericolo senza rimanere completamente inermi ed indifese di fronte al proprio aggressore. Ecco perché se ti alleni seriamente e costantemente questa disciplina è un vero toccasana non soltanto per il fisico (che diventa una roccia) ma anche e soprattutto per la mente. Alla base, se riesci a mantenere la mente lucida in uno scontro hai molte più probabilità di uscire vincitrice.

Se impari bene il pugilato a livello che diventa un automatismo, colpisci più forte, più veloce e in modo più preciso e quindi efficace rispetto al tuo avversario. Ovvio che può succedere che anche se lui non conosce la tecnica, soprattutto se si tratta di un uomo contro una donna, può smanacciando, con un calcio, una testata a farti malissimo ma 2 cazzotti in bocca o in altri punti strategici dati a mestiere sono sempre una sicurezza e spesso risolutivi. Certamente un fisico ed una mente allenata aiutano ad affrontare la situazione con calma e sangue freddo. È giusto e sacrosanto che le donne comincino ad avere una maggior consapevolezza delle proprie potenzialità, devono imparare a proteggersi autonomamente o per lo meno a provarci, senza affidarsi sempre esclusivamente alla fiducia nel prossimo o al caso.

Ricordiamoci sempre che la tutela di sé stesse parte da un concetto chiaro propri diritti e dei propri spazi, non bisogna quindi limitarsi a difendere il proprio corpo ma iniziare dalla protezione del proprio tempo e spazio, idee, progetti, valori e aspirazioni. Parte da una convinzione circa il proprio valore e la propria capacità di reagire che si tramuta in un atteggiamento che il più delle volte farà desistere l’aggressore. Se un male intenzionato intuisce che la preda si difenderà, probabilmente rinuncerà e vigliaccamente cercherà qualcuno di più debole e visivamente vulnerabile. Il giusto atteggiamento mentale e il miglioramento delle prestazioni atletiche sono quindi un aiuto concreto in questo senso. Per assurdo, il fine dell’apprendimento e della conoscenza di queste tecniche sportive è il non doverne mai far uso…Se non, come ci auguriamo noi, solo tra amici per puro spirito di divertimento e di aggregazione. (S.S.B.R)