COME L’ULTIMO GIORNO DI SCUOLA

Non so come i miei compagni vivano le uscite per gli allenamenti, per quanto mi riguarda, anche se non ho mai amato correre, posso raccontarvi che oggi è stato come l’ultimo giorno di scuola.

Quando sei nel tuo gruppo, qualsiasi esso sia, insieme a persone con cui hai da condividere più di quel che sembra, anche le esperienze più ardue e massacranti lasciano tracce immensamente positive impresse nel profondo. Oggi come al solito quando si va a correre, ci siamo radunati fuori dalla palestra, davanti all’ingresso. Gli altri frequentatori salutano cortesemente entrando e qualcuno ci guarda con gli occhi bassi, quasi intimoriti. Siamo tanti oggi, più del solito.

Nicholas si alza e incomincia: “dai via!”, e si va. Tutti dietro a lui per le vie torride e rumorose, dove il traffico della città, che normalmente non si arresta davanti a niente, indugia fino a fermarsi quando attraversiamo noi che invece non rallentiamo mai pur facendo la dovuta attenzione. Ma a quanto pare sulla strada la precedenza è di chi tiene duro, di chi corre, di chi non mostra incertezze e gli automobilisti che lo sanno dimostrano rispetto. La gente che in questo periodo è tutta fuori dai locali o a passeggio con i bambini, ci incoraggia gridando frasi di esortazione. Fa il tifo come quando passa il giro e di colpo Tortona non sembra più così grande.

Quanto vorrei che qualcuno nella nostra amministrazione comunale lo vedesse con i suoi occhi una volta questo miscelarsi di volti, di voci, vorrei che lo vivesse, che ci seguisse per sentire lo spirito di appartenenza, gli scherzi, il rallentare per aspettare i meno veloci, per non lasciare indietro nessuno…forse tutto questo basterebbe a fare scelte diverse, più attente a quello che chiede davvero la gente, più attente ai bisogni dei giovani che si appassionano alla sport.

Oggi ci siamo infilati nell’area “Silvi”, luogo dove tra l’altro proseguiranno gli allenamenti per tutta l’estate. Il parco giochi a quell’ora è gremito da adulti e bambini di ogni età. Appena entrati abbiamo iniziato i nostri esercizi correndo in senso circolare dietro al nostro maestro e subito una scia consistente di bambini e bambine si è avvicinata e unita a noi scimmiottando gli stessi movimenti. Per tutto il tempo siamo rimasti circondati dai bimbi che entusiasti della nostra presenza hanno tutti abbandonato i loro giochi per stare con noi, tanto che in diverse occasioni abbiamo dovuto ‘schivarne’ qualcuno per non finirgli addosso.

C’è stato un momento in cui dalla mia angolazione potevo vedere tutti: i ragazzi si concentravano sui movimenti tecnici con un occhio sempre puntato sui bimbi più vicini; Christian, il nostro pugilino di nove anni e ormai considerato la nostra mascotte, faceva amicizia con un coetaneo e si allenava insieme a lui; Nicholas, che oggi non si sa come gridava meno del solito, tra un ‘ordine’ e l’altro scherzava con una bambinetta incuriosita dall’intera situazione. Tutti insieme eravamo come il quadro di un moderno Renoir o una di quelle foto di Street art dove viene rappresentata la bellezza delle cose semplici e la voglia di stare insieme anche nelle profonde differenze che contraddistinguono il genere umano. Per quel motivo ho pensato che sarebbe stato bellissimo immortalare quel momento, sudore, fatica, risate, partecipazione e, non lo avrei mai creduto ma anche un insospettabile piacere nel ritrovarsi, un pomeriggio come tanti, con individui di ogni età e sesso, tutti appartenenti alla stessa comunità.

Alla fine mi sono risposta che le foto più belle in fondo le scattiamo sempre con gli occhi e le conserviamo nel cuore. Sono rientrata soddisfatta, con il pensiero di un parco giochi che per molto tempo la sera è stato preso d’assalto da spacciatori e delinquenti di ogni genere, ma sicura che se fosse stato presente oggi, Luigi Silvi, si sarebbe goduto anche lui lo spettacolo dal fresco di una panchina sotto un albero e forse, prima di andarsene, ci avrebbe scritto una gran bella poesia in perfetto stile tortonese.
(S.S.B.R)